Con l’esecuzione della “Petite messe solennelle” di Gioachino Rossini, nel centocinquantenario della morte del compositore di Pesaro, il Coro del Teatro alla Scala i solisti dell’Accademia eseguono il capolavoro sacro nella Basilica di San Vittore a Varese, martedì 13 marzo alle ore 20,30.
MUSICA
La Scala celebra il centocinquantenario di Gioachino Rossini (nato a Pesaro nel 1792 e morto a Passy presso Parigi nel 1868) anche con concerti gratuiti che proseguono il progetto che a partire dal 2015 ha portato il Coro del Teatro alla Scala nelle chiese lombarde.
Martedì 13 marzo, alle ore 20,30, sotto gli affreschi del Nuvolone e del Cerano che arricchiscono le volte della Basilica di San Vittore di Varese, il Coro scaligero si esibirà nella Petite messe solennelle per Coro, soli, due pianoforti e harmonium, ultimo capolavoro sacro di Rossini (e, nelle parole del compositore, “ultimo peccato della mia vecchiaia”).
Il Coro del Teatro alla Scala è diretto da Bruno Casoni, cantano i solisti dell’Accademia scaligera Sara Rossini, Daria Cherniy. Chuan Wang e Dongho Kim. Ai pianoforti Alberto Malazzi e Marco De Gaspari, mentre Jader Costa è all’harmonium.
La Petite messe solennelle è l’estremo capolavoro sacro di Gioachino Rossini, che la compose nel 1863, 34 anni dopo la prima del Guillaume Tell che segnò il suo distacco dalle scene. A margine del manoscritto si trova il celebre appunto “Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta (“musique sacrée”) quella che ho appena fatto, o è della maledetta musica? (“sacrée musique”). Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso”. Parole la cui modestia va letta alla luce della proverbiale ironia rossiniana: piena di scienza musicale, la messa è un ponte verso l’avvenire, non a caso ammirato da tanti compositori del Novecento. La revisione critica della partitura, realizzata da Philip Gossett, è stata eseguita per la prima volta al Festival Rossini di Pesaro nel 1997.